Pratoameno: il ritorno alle radici per coltivare futuro

 

A Vallelunga Pratameno, piccolo borgo dell’entroterra siciliano, c'è un’azienda agricola che ha scelto di ripartire dalla storia per costruire innovazione.

Si chiama Pratoameno, un nome che evoca la fertilità di un tempo e che oggi racconta una sfida di resilienza, identità e sostenibilità.

Il progetto nasce in risposta a un momento difficile: la siccità, sempre più persistente, aveva messo in crisi la resa dei seminativi.

Così, la famiglia fondatrice ha deciso di imprimere una svolta all’azienda, riscoprendo il legame profondo tra il territorio e una coltura che un tempo caratterizzava tutta la zona: la mandorla.

Attraverso una ricerca storica, hanno riportato alla luce un sapere agricolo dimenticato. Già nell’Ottocento, infatti, Vallelunga era nota per la coltivazione della mandorla, poi soppiantata da vigneti e uliveti più redditizi. Oggi, Pratoameno ha scelto di tornare a quella tradizione, puntando su mandorleti non irrigui, resistenti al cambiamento climatico, grazie a varietà con apparato radicale profondo, in grado di trovare umidità anche nei suoli più asciutti.

Il passaggio successivo è stato naturale: trasformare e commercializzare direttamente la mandorla, chiudendo la filiera. Una scelta che ha restituito valore al prodotto, anche grazie all’attenzione per il chilometro zero, la qualità artigianale e il racconto diretto.

Nel tempo, l’offerta si è ampliata: oggi in azienda si producono anche conserve e passate con pomodoro siccagno, lavorate da due cuoche specializzate. L’organizzazione è familiare ma strutturata: il padre Vincenzo Cipolla segue i terreni, il figlio Mike si occupa del laboratorio, del marketing e della gestione aziendale. Una squadra affiatata, sostenuta anche da collaboratrici e collaboratori che condividono la stessa visione.

Restare nel territorio era una scelta imprescindibile. Nonostante le difficoltà legate all’accessibilità della zona, Pratoameno ha fatto del radicamento locale il proprio punto di forza, tanto da chiamare l’azienda con il nome originario della contea, “ameno”, che significa rigoglioso.

Ma non si sono fermati lì. Partecipano a fiere, eventi agroalimentari, e grazie all’e-commerce riescono oggi a portare il gusto e il racconto di Vallelunga in tutta Italia. La risposta è positiva, perché - come raccontano - “un prodotto assaggiato è già mezzo venduto”.

Il cambiamento climatico, tuttavia, è una sfida quotidiana. “Un tempo bastava piantare qualcosa e raccoglievi, oggi serve un’attenzione continua, settimana dopo settimana”, raccontano. Per questo, hanno investito in macchinari a basso consumo energetico, tutto a induzione, senza uso di gas, e stanno installando un impianto fotovoltaico.

L’innovazione passa anche dalla tecnologia: guardano con interesse a soluzioni come droni, sensori e intelligenza artificiale, pur con il sano scetticismo di chi lavora la terra da sempre. “Ci servono strumenti concreti, che aiutino davvero a prevenire le perdite. Le difficoltà ci sono, ma devono motivarci a fare scelte giuste e sostenibili”.

Pratoameno è anche un progetto culturale. Le etichette delle bottiglie - illustrate da una pittrice locale - raffigurano scorci del paese. Non sono pochi gli emigrati che le acquistano per collezione, per avere un ricordo del borgo sulle proprie mensole in Germania, Svizzera o Canada. Così, insieme al gusto della mandorla, viaggia anche la memoria di un territorio che non vuole restare ai margini.

Per scoprire e acquistare i prodotti di Pratoameno, visita il loro shop online.

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